venerdì 17 agosto 2012

Non sono schiava di 40 dollari.

La Tasmania mi accoglie con una pioggia torrenziale che anche adesso, quasi sei ore dopo il mio arrivo, non accenna in nessun modo a diminuire. Ho fatto una delle mie e, facendo la prenotazione dell'alloggio qui a Hobart, mi sono fatta travolgere da un eccesso di turbo risparmio. L'esperienza me l'ha insegnato ormai varie volte: io non devo fare questi tentativi, perché poi me ne pento quasi immediatamente. Vista la qualitá degli ostelli dove ho dormito a Cairns, Brisbane e Newcastle, ho optato per la stessa soluzione anche qui: l'atmosfera giovane e multiculturale del Central City Backpackers Hostel.
La giovane ragazza alla reception é gentilissima e mi racconta delle sue vacanze in Chianti, mentre uno strano odore di cavolo bollito pervade i corridoi intorno. Salgo le scale e l'odore si fa piú pungente.
Arrivo alla mia camera, cerco di non guardarmi troppo intorno e mi butto sotto la pioggia. Esplorando una città sconosciuta che tanto assomiglia a quelle dell'estremo nord del mondo, anche se da qui all'Antartico ci sono solo 3500 km.
Rientro verso le cinque, con il freddo nelle ossa e la stanchezza di una giornata in giro, camminando sotto la pioggia.
Per tutto il giorno ho avuto negli occhi la tristezza della mia stanzetta buia e umida, la moquette lurida e le pareti scrostate, combattendo fra voglie alternate di andare e restare.
La struttura mi accoglie ora con sacchi del rudo nel corridoio e l'aspetto multiculturale si manifesta con evidenza negli indiani che cucinano con le porte aperte, nel disagio giovanile diffuso e nella puzza di spezie che prende la testa... Ovviamente bagno in comune. In quali condizioni non ho osato guardare.
Alcune frasi hanno segnato la mia vita e il mio modo di essere. Sono le ultime tre notti che passo in Australia e mi interessa poco se ho giá pagato per il tugurio in cui mi trovo.
In meno di dieci minuti apro booking.com, seleziono un albergo nelle vicinanze, lo prenoto, raccatto le mie cose e scendo alla reception. Neanche vedo il gruppetto di persone che si sta scaldando una zuppa in mezzo alle scale.
Due secondi per raccontare che ho avuto un imprevisto e che devo rientrare a Sydney immediatamente.
Mi restituiscono i soldi della notte di domani e io, bella come il sole, attraverso la strada verso il mio nuovo e bellissimo Holiday Inn, che non sarà cosmopolita e multiculturale, ma perlomeno é pulito e riscaldato.

Adesso la mia prima sera a Hobart ha una luce tutta nuova.


1 commento:

  1. Mi fa piacere che ricordi e soprattutto metti in pratica un mio insegnamento di tanti anni fa . Ricordati nella vita mai essere schiava ne di cose men che meno di persone , anche se non sempre si riesce . Maggie

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