mercoledì 15 agosto 2012

48 ore alle Blue Mountains

Arriviamo alle Blue Mountains nel primo pomeriggio del giorno di Ferragosto. Temperatura esterna intorno agli 8 gradi. Solo 100 km piú a nord di Sydney non é solo la temperatura ad essere diversa, ma la vita.
Una serie di paesini con casette colorate che poco o niente sono stati toccati dalla vita piú moderna (ma mai frenetica) di Sydney.
Le Blue Mountains racchiudono una lunga serie di storie e leggende che le rendono ancora piú affascinanti e misteriose.
Per anni queste colline (perché montagne davvero non sono) hanno rappresentato un limite invalicabile per i coloni europei, che quando si spinsero per la prima volta fino alle pendici di questi monti, si prodigarono in improbabili teorie su cosa avrebbero trovato dall'altra parte. Le due teorie maggiormente accreditate erano che ci fosse il mare, o magari la Cina - e la libertà.
Percorriamo in auto la Great Western Hwy che segue il percorso tracciato dai primi esploratori agli inizi del 1800.
Il primo paesino che incontriamo é Leura, con stradine alberate, residenze in stile art déco e ampie verande protese verso un bel tempo che spesso si trova da queste parti, ma sempre lasciando all'aria la freschezza delle colline.
Piú turistica (e di fatto la cittadina piú grande della zona) é invece Katoomba, giá località di villeggiatura dei sydneysiders (gli abitanti di Sydney) a partire dagli anni '20 e '30.
L'attrattiva principale di Katoomba é la straordinaria Jamison Valley, dove spiccano le altrettanto famose Three Sisters.
La leggenda racconta che le tre sorelle furono trasformate in pietra da un mago per proteggerle dalle pressanti attenzioni di altrettanti giovanotti, ma il mago morí prima di poter restituir loro le sembianze umane.
Con nostra somma gioia.
Vengo ospitata in un bellissimo cottage appena fuori Blackheath, un paesino piccolo e grazioso molto meno frequentato dai turisti.
Le montagne blu, per l'alone rilasciato dalle piante di eucalipto che ricoprono le montagne, sono ferme nel tempo e immobilizzano anche chi si spinge fino qui. Una calma e una tranquillità che ha caratterizzato buona parte di questo viaggio, ma che qui si fa ancora piú evidente.
Nessuna vita nel paese quando, dopo aver sorseggiato uno sherry davanti al camino, cerchiamo di mangiare qualcosa al pub locale. Solo un piccolo ristorante italiano (che di italiano ha solo il nome) ci serve un piatto di pasta scotta alla tarda ora delle 20.
Prima ancora che il vino rosso che la accompagna ci annebbi la mente, siamo a letto. Fuori il vento della montagna e il profumo degli eucalipti.

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