lunedì 13 agosto 2012

Bighellonando per Brisbane

Devo dirlo. So che ci sarà chi non é d'accordo, ma Brisbane -escludendo ovviamente Sydney- rappresenta, per quanto mi riguarda, la città piú bella che abbia visto finora. E visto che ormai questo mese di vagabondaggi sta quasi volgendo al termine, lo posso dire con tranquillità.
Brisbane ha il fascino della grande città, ma non ti assilla come Melbourne. Né ti abbandona come invece in certi momenti fa Adelaide.
E questo nonostante alloggiassi probabilmente in uno fra i cinque peggiori ostelli della città.
Brisbane é un composto eterogeneo di casette in federation style e grattacieli, di immensi spazi verdi e costruzioni neo classiche. Tutto coccolato dal Brisbane River che, solo all'interno della città, compie qualcosa come dieci anse in modo che la sua brillantezza sia visibile da ovunque si guardi.
E non c'entra che a Brisbane io abbia abbracciato un koala, un esserino sonnolento che non sapeva nemmeno bene cosa stesse facendo. Va bene, d'accordo: questo un po' ha influito nelle lodi su Brisbane... Ma solo un pochino!
C'entrano le persone.
Gli abitanti di Brisbane, giusto perché tutti ne siano a conoscenza, vengono chiamati "cane toads", ossia rospi della canna da zucchero. Questo soprannome viene da una curiosa vicenda accaduta intorno al 1935 quando, nel tentativo di debellare alcuni parassiti della canna da zucchero, vennero introdotti appunto i rospi. In realtà questi rospi risultarono completamente inutili e hanno ignorato platealmente l'esistenza del parassita, limitandosi ad una vivace attività riproduttiva.
Ma al di lá di questo piccolo aneddoto, gli abitanti di Brisbane vivono la loro città come raramente ho visto fare in Italia. Ovunque ci sia un angolo verde c'è anche un barbecue (chiamato affettuosamente Barbie) e una famiglia che si sta rimpinzando di cibo prima di fare una partita a pallone, un'arrampicata sulle scogliere a picco sul fiume o semplicemente un riposino al sole.
Come se non fosse abbastanza, in una delle anse del fiume, in pieno centro, hanno creato una vera e propria spiaggia in miniatura. Con tanto di sabbia e lifeguards, che per la veritá si limitano a controllare una schiera di bambini con ancora il pannolone, ma che comunque sono lí ad aumentare il livello di sicurezza percepita da tutti.
Lascio per ultima la scalata allo Story Bridge, perché fra tutto é stata forse l'unica delusione. Bellissima vista una volta in cima, salita non troppo impegnativa, discesa in corda doppia non fatta per via del vento (e delle preghiere di mia mamma).

Abbandono Brisbane alle 7 del mattino, quando dalla stazione degli autobus di Roma Street salgo sul greyhound che mi farà fare, in due giorni, i quasi 2000 km che mi separano da Sydney...

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